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Cover ' La variante di Lüneburg'

La variante di Lüneburg

Dopo l’ultimo di Calvino, anche questo libro ha entusiasmato il gruppo.
In effetti è emerso un parallelismo fra gli ultimi due testi. Un romanziere deve avere una struttura a cui ancorarsi: Calvino ne Il castello dei destini incrociati ha scelto i tarocchi, Maurensig in questo romanzo sceglie la scacchiera.
Gli scacchi diventano il sistema in cui si gioca la vita. Qualsiasi mossa genera conseguenze dirette e indirette, legando il giocatore alla responsabilità delle proprie scelte.
Quello che conta non è solo la mossa, ma anche come la giochi, perché il condizionamento psicologico è decisivo.
Il gioco degli scacchi è tecnica, ma anche arte.

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Il sapore del testo: Tapelucco

Perché questa ricetta?

Se nel libro la crudeltà dei campi di sterminio nazisti è l’angoscioso sfondo della storia, sulla tavola dei lettori potrà invece trionfare il Tapelucco, gustosa metafora della clemenza lombarda per gli asinelli (come raccontato nell’aneddoto riportato qui nel seguito).

Aneddoto

Il Tapelucco è un’antica ricetta segreta che ha viaggiato dalle colline novaresi sino alle pendici delle Prealpi lecchesi. Pare sia andata proprio così. La ricetta novarese esige la carne d’asino e sulle alture di “Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno” vi è proprio una piana detta, in tempi antichi, degli Asinelli. Ve n’è traccia in un manoscritto del Cavalier Commendator Ferruccio, lombardo doc, che annota chiaramente: “Qui soggiornano numerosi asini e asinelli fuggiti dalla bassa produttiva in quanto cocciuti e grulli; il loro impudente capobranco viene chiamato Smurtun, per via del suo colore bianco neve”.
Pare che sia proprio per l’affetto nei confronti dei paciosi e laboriosi asinelli che nessuno degli abitanti della piana ebbe mai il cuore di tirar loro le cuoia allo scopo di ridurli a carne da macello. Resistettero gli asinelli tanto che la piana cambiò nome diventando la Piana dei Resistenti Asinelli, divenuta nel tempo per brevità dialettali Pian dei Resinelli. Si dice inoltre, ma di questo non abbiam certezza, che quel Collodi che molti anni dopo diede vita al famoso burattino dimorò qui alla locanda del Rifugio col famoso amico Porta. Ordinarono all’oste un preciso Tapelucco, non si avvidero però che nei piatti succulenti non v’era traccia alcuna di asinello, ma piuttosto di gustoso manzo grassottello.